Storia del Comune
STORIA DI CAMASTRA
Camastra, in origine Ramulia, piccolo comune della Provincia di Agrigento (dal Capoluogo dista 35 Km e da Palma Montechiaro solo 10 Km), posto a 340 mt sul livello del mare si estende per 16,28 Kmq su di una amena, ubertosa e verde pianura, circondata dai monti del Castellaccio, della Serra di Mulè, dal Mintina, dal Cignana e dal Baida.
Il paese, ai primordi una fattoria, fu fondato da Giacomo Lucchesi Palli nel 1620; nel 1625 assunse, con diploma di re Filippo, il titolo di ducato ed illustre.
Con l’aumento della popolazione la fattoria trasforma il suo aspetto in quello di vero e proprio paese appartenente a Val di Mazzara, alla Diocesi di Agrigento e alla Com’arca di Naro (il Comune dista da quest’ultimo solo 3 Km).
Anima del paese fu, e rimase a lungo, la bella parrocchia dedicata al SS. Salvatore attorno al quale si andarono a realizzare le prime abitazioni. Gli incrementi maggiori della popolazione si ebbero tra il settecento e l’ottocento e, poi, dopo il primo conflitto mondiale.
Tradizionalmente l’economia si basa sull’agricoltura; la coltivazione dell’uva Italia, i mandorleti, gli uliveti, gli alberi da frutto e i cereali.
Camastra è meta di numerosi turisti in occasione della festa religiosa e civile organizzata in onore del Santo Patrono San Biagio che si celebra a scadenza annuale, nella seconda domenica di settembre; giorno nel quale si usa portare in processione il simulacro del Santo sopra un carro addobbato a festa e accompagnato dalla popolazione e dalle bande musicali. Il culto del Santo ha origini remote ed è legato ad alcuni episodi leggendari della sua vita. Non ultimo quello relativo all’episodio in cui il Santo salva un fanciullo traendogli dalla gola una spina di pesce; per questa ragione San Biagio è spesso invocato per i mal di gola.
Camastra, incantevole per posizione e paesaggio, annovera resti archeologici e monumenti di interesse storico e artistico.
Sull’altura del “Castellaccio di Camastra” sorgeva un’antica e misteriosa città che taluni studiosi identificano in Camico. Si possono, ancora osservare le mura ciclopiche, una parete intagliata nella viva roccia, i resti di una scala incavata nella pietra, i cunicoli che evidenziano un vasto ed ingegnoso sotterraneo.
Nella città, e nei suoi dintorni, sono degni di nota il Castellaccio, probabilmente un castello dalla strana mescolanza architettonica di stili, le famose grotte di Ragamè, la necropoli che si estende nelle contrade di Rio, Balate e Fontana di Rose, la Chiesa Madre, fondata da Giacomo Lucchesi nel 1620, e la chiesetta di San Vincenzo, ad aula semplice e di modeste dimensioni.
Un risveglio culturale ed urbanistico lo si è avuto dagli anni ’50 in poi, grazie anche e principalmente ininterrotta, quasi cinquantennale, sindacatura dell’On. Vincenzo Di Caro (si è insediato per la prima volta il 10 giugno 1952), uomo probo e intellettualmente arguto, già Vice Presidente della Regione Siciliana, più volte Deputato e Assessore Regionale ai Lavori Pubblici alla Sanità, ed al Turismo. Presidente della Commissione speciale del Piano per le acque Sicilia all’A.R.S., Presidente dell’Ente Sviluppo Agricolo.
In questi decenni al Città si è arricchita di infrastrutture economiche, sociali e sportive all’avanguardia di elevato pregio e qualità, che fanno di Camastra un polo di attrazione turistica, non solo per la provincia di Agrigento ma per l’intero entroterra siciliano.
La Piscina comunale, il Polisportivo, la villa comunale con la presenza d’alberi e piante appartenenti a svariate famiglie mono e dicotiledoni, la Caserma dei Carabinieri realizzata sui resti della vecchia stazione ferroviaria di particolare bellezza per stile architettonico circondata di un palmeto dove sono presenti giochi per bambini ed una statua di Padre Pio e non ultimo il Centro Culturale Polivalente, sono il fiore all’occhiello di una piccola località che si propone alla sfida del futuro con buone prospettive di affermazione.
DA VISITARE
Monumenti e strutture
Il Castellaccio di Camastra
A circa due chilometri di distanza da Camastra, vi è il Castellaccio. Questo luogo testimonia l’esistenza di un’antica fortezza edificata dai Sicani nel 1240 a.C. circa; alcuni storici reputano che si tratta di Camico la capitale del leggendario regno di Cocalo, re dei Sicani. Essa sorge su un altopiano quadrilungo che regala un panorama strabiliante.
Sono sopravissute all’intemperie del tempo: degli avanzi di mura ciclopiche, un’antica scala che forse conduceva alla porta della città e numerose grotte. Emblematico è la torre, che secondo alcune testimonianze, insieme alla torre sulla cima di Naro con quella che era situata sul colle Caravello, costituivano le cosiddette ‘tre torri’ rappresentate sullo stemma della città di Naro, anche se altri fonti credano che lo stemma rappresenta le torri presenti nella mira urbiche della città di Naro.
La Chiesa Madre - Chiesa SS. Salvatore, la prima chiesa edificata di Camastra
Fondata nel 1620 per volere di Giacomo Lucchesi, non presenta, dal punto di vista strettamente architettonico, elementi di particolare pregio, tuttavia custodisce al suo interno alcune opere di notevole valore artistico, tra cui meritano un posto di rilievo le statue raffiguranti San Biagio, l'Annunziata e l'Immacolata, realizzate dallo scultore palermitano Genovesi. Accanto a queste opere, anche un Bambino Gesù dell'agrigentino Cordella, un Cristo Redentore, il simulacro di San Giuseppe ed una statua di Santa Rita.
Chiesetta di San Vincenzo
È una piccola chiesetta realizzata in un locale donato dal Sig. Arnone Vincenzo il 12.12.1939 che era un magazzino dove si ammassava il grano. Venne adibita a chiesa nel Luglio del 1941 col titolo di San Vincenzo. Recentemente, grazie alla donazione della Sig.ra Calogera Magrì ed alle donazioni della comunità parrocchiale di Camastra, è stata restaurata completamente.
Centro Culturale Polivalente
Il Centro Culturale Polivalente è una moderna struttura polifunzionale in grado di offrire molteplici servizi per la crescita culturale della comunità camastrese e del circondario.
Nel Centro Culturale Polivalente si svolgono tutte le attività culturali, iniziative, manifestazioni, attività ricreative e turistiche tese alla promozione, salvaguardia e valorizzazione delle espressioni culturali del territorio.
I servizi del Centro Culturale Polivalente riguardano:
La Piscina Comunale con la Villa
Camastra nel 1979 è stato il primo paese nel circondario a dotarsi di una piscina comunale modernissima che ancora oggi è il fiore all’occhiello delle strutture sportive del paese. Ogni estate, grazie alla gestione di privati, costituisce una fonte di lavoro e risparmio per il Comune con il risultato di fornire un servizio eccellente ai cittadini.
Centro Sportivo Polivalente
Si tratta di uno spazio dinamico e accessibile, capace di accogliere e promuovere eventi anche di rilevante interesse territoriale. La struttura si propone, inoltre, di essere un centro di aggregazione sociale.
TRADIZIONI E FESTEGGIAMENTI
San Biagio
Il santo patrono è San Biagio che fu vescovo e martire e fu vicino agli umili.
A Camastra, si celebra il 3 febbraio ed ala prima settimana di settembre, ci sono i grandi festeggiamenti per dare opportunità agli emigranti di presenziare alle manifestazioni di fede e di riflessione.
Biagio, si narra, in vita riuscì a salvare un bambino da morte certa per soffocamento: una spina gli si era conficcata in gola, per il piccolo c'era ben poco da fare: quel vescovo, però, lo salvò. Oggi, quindi, la venerazione della statua di San Biagio si accompagna alla richiesta di una grazia per la guarigione o la tutela della gola.
La Pasqua
A Camastra per Pasqua ogni camastrese partecipa ogni anno ad una delle tradizioni più suggestive della Sicilia "U Lamientu" dove un fedele che ha la voce adatta, con una cantilena particolare riproduce il lamento della Passione di Cristo come voce solista ed in risposta tutti i presenti alla Processione "lamentano" quindi ognuno non è solo uno spettatore, ma un attore prima dolente e poi esultante per un mistero che è la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo. Particolare è la tradizione de "u lavurieddu" che consiste nel portare ai piedi del Cristo morto un "Lavoretto" che sarebbe una composizione ottenuta con il grano germogliato in modo che dopo essere stato benedetto si getta nel terreno con la speranza che sia una annata ricca di frumento. Infine l'"L'Asguondru" che a Camastra è veramente particolare, dove Gesù risorto si Incontra con la Sua Santissima Madre e quell'attimo dell'incontro, appunto l'Asguontru, è il culmine dell'esultanza e della gioia di tutti i fedeli il giorno di Pasqua.
San Giuseppe
Ogni anno il 19 marzo la Pro Loco di Camastra con la Parrocchia SS. Salvatore assieme a "Gli amici di San Giuseppe", ed il patrocinio del Comune di Camastra organizzano i solenni festeggiamenti del Patriarca San Giuseppe o come diciamo a Camastra San Gisippuzzu. I festeggiamenti hanno inizio la mattina con la processione della Sacra Famiglia che percorre le vie cittadine alla ricerca di dove alloggiare; all’arrivo in piazza, dopo la Santa Messa, c’è la benedizione de “La Tavulata di San Gisippuzzu”, del Pane e dei doni da distribuire alla popolazione. La banda musicale allieta il pomeriggio le vie cittadine in attesa della Santa Processione del Simulacro del Santo per poi concludersi con lo sparo dei fuochi di artificio. Come vuole la tradizione a termine dei festeggiamenti si distribuisce alla popolazione "U Maccu", minestra tipica a base di purea di fave con erbe e verdure di stagione ed i dolci tipici.
Carnilivaruni Camastrese
Tra le tradizioni camastresi spicca “U Carnilivaruni” ovvero la conclusione dopo una settimana del Carnevale tra canti, balli e scherzi di ogni genere, sapendo che l'indomani ha inizio la Quaresima durante la quale bisogna osservare il digiuno e non è consentito scherzare. In questa giornata sfilano i carri e le maschere che attraversano per lungo la cittadina. Per il carnevale a Camastra si preparano dei dolci che sono una vera e propria leccornìa: Spinci (frittelle di pasta lievitata fritte e cosparse di zucchero), cannola cu la clema (cannoli con la crema alla camastrese) ed è il caso di dirlo “dulcis in fundo” i“Chichiredda di Cola” che frittelle di pasta fritte preparate con un procedimento particolarmente elaborato e cosparse di zucchero che si trovano solo qui.
PRODOTTI TIPICI
L’agricoltura è il settore economico su cui è basato il reddito dei camastresi sono il Vino e l’Olio, due prodotti tra i più rappresentativi della nostra agricoltura e della nostra cultura gastronomica.
'Mpanata
La 'Mpanata è una specialità che si prepara principalmente a febbraio, periodo in cui si raccolgono gli spinaci, fondamentali per il ripieno, ed è praticamente una sorta di rollò di pasta spianata dove si cosparge il ripieno composto dagli spinaci sbollentati e soffritti con cipolletta abbondantissima, ed altri ingredienti come: passuluna (olive nere), pezzi di salsiccia, patate, broccoletti ed ogni famiglia poi ha “l’ingrediente magico che la rende migliore delle altre”. Naturalmente la Mpanata è obbligatoriamente accompagnata dal vino di casa che ogni famiglia, naturalmente, ha il migliore.
U Cuddiruni
U Cuddiruni è un tipo di pizza caratteristico di Camastra e si preparava con la pasta del pane in eccesso. L’esecuzione è semplicissima: dopo aver spianato la pasta si condisce con il pomodoro passato, olive nere, acciughe, cipolletta, pecorino grattugiato, origano e l’olio di casa prima di infornarla, elemento di particolare importanza perché la rende unica rispetto a tutte le altre pizze che prevedono l’olio all’uscita dal forno. Altro particolare non indifferente “Cu Cuddiruni” si beve vino rosso locale assolutamente sbagliato berci sopra la birra.
Cannolo alla Camastrese
Il cannolo alla camastrese si distingue dagli altri perché è ripieno con la crema (clema) fatta con il latte di capra al quale si aggiungono l’amido, lo zucchero, la scorza di un limone o arancia, la vanillina e la cannella. Alla fine si guarniscono con la frutta candita e lo zucchero granulato.
AZIENDE
Non ci sono aziende di produzione di prodotti tipici che ricadono nel territorio del Comune per lo più si tratta di piccoli produttori che fortunatamente ancora oggi producono a livello familiare sia vino che olio per le necessità familiari. L’olio presente in tutte le ricette tipiche delle famiglie camastresi, assieme ad altri prodotti come mandorle, utili per fare i dolci a base di mandorla come i “viscotta ricci”, li ‘nciambilluna e la Cubaita, i pomodori per i sughi ancora preparati all’antica e particolarmente buoni come il sugo di carciofi, piselli e finocchietti da fare con i “cavati a busu” (cavatelli creati con palline di pasta arrotolati nel busu uno dei due attrezzi per fare le calze) e cosparsi di “muddicata”, pane raffermo grattugiato e brustolino con l’olio di casa, cosparso sulla pasta, naturalmente. Il irrorato con il vino locale per vivere esperienze molto suggestive dove si avverte una sensazione di trasporto nel passato con il sapore ed i profumi che ricordano i luoghi e la vita nei campi dei nostri nonni.
LA BANDA MUSICALE CITTÀ DI CAMASTRA
Camastra, in campo musicale, ha il vanto di avere la “Banda Musicale Città di Camastra”, diretta dal Maestro Alfonso Barba di Raffadali ed il Presidente è il Cav. Baldacchino Salvatore, costituita sulle basi della vecchia banda musicale diretta per circa 60 anni dal Maestro Angelo Sciové. Essa, continuando la lunga tradizione musicale che risale al 1911, anno della sua fondazione da parte del Maestro Giuseppe Terranova originario di Salemi e successivamente diretta dal Maestro Calogero Sabella, costituisce oggi, ancor più di ieri, un punto di riferimento per quanti, giovani o meno giovani, vogliono avvicinarsi al mondo della musica. Inoltre costituisce, in piccolo paese come Camastra, una notevole possibilità di aggregazione sociale e culturale.
CURIOSITÀ
Santi Correnti (Riposto, 1924 – Catania, 27 agosto 2009) illustre storico siciliano, si è dedicato prevalentemente alla Storia della Sicilia, in una delle sue opere è citata Camastra per un importante episodio: Camastra, in provincia di Agrigento, vanta un eccezionale primato: nel 1912 (27 ottobre) vi si costituì "la Federazione siciliana dei lavoratori della terra".
Inoltre il professore Santi Correnti ha inaugurato il Centro Culturale Polivalente del Comune che è una delle strutture, dal punto di vista culturale, più importanti della Provincia di Agrigento.
ETIMOLOGIA (origine del nome)
Il termine dialettale Camastra significa "catena del focolare" e potrebbe derivare dal greco kremastra, ossia "corda dell'ancora". Potrebbe anche essere legato al latino caminus, ossia camino.
Camastra, in origine Ramulia, piccolo comune della Provincia di Agrigento (dal Capoluogo dista 35 Km e da Palma Montechiaro solo 10 Km), posto a 340 mt sul livello del mare si estende per 16,28 Kmq su di una amena, ubertosa e verde pianura, circondata dai monti del Castellaccio, della Serra di Mulè, dal Mintina, dal Cignana e dal Baida.
Il paese, ai primordi una fattoria, fu fondato da Giacomo Lucchesi Palli nel 1620; nel 1625 assunse, con diploma di re Filippo, il titolo di ducato ed illustre.
Con l’aumento della popolazione la fattoria trasforma il suo aspetto in quello di vero e proprio paese appartenente a Val di Mazzara, alla Diocesi di Agrigento e alla Com’arca di Naro (il Comune dista da quest’ultimo solo 3 Km).
Anima del paese fu, e rimase a lungo, la bella parrocchia dedicata al SS. Salvatore attorno al quale si andarono a realizzare le prime abitazioni. Gli incrementi maggiori della popolazione si ebbero tra il settecento e l’ottocento e, poi, dopo il primo conflitto mondiale.
Tradizionalmente l’economia si basa sull’agricoltura; la coltivazione dell’uva Italia, i mandorleti, gli uliveti, gli alberi da frutto e i cereali.
Camastra è meta di numerosi turisti in occasione della festa religiosa e civile organizzata in onore del Santo Patrono San Biagio che si celebra a scadenza annuale, nella seconda domenica di settembre; giorno nel quale si usa portare in processione il simulacro del Santo sopra un carro addobbato a festa e accompagnato dalla popolazione e dalle bande musicali. Il culto del Santo ha origini remote ed è legato ad alcuni episodi leggendari della sua vita. Non ultimo quello relativo all’episodio in cui il Santo salva un fanciullo traendogli dalla gola una spina di pesce; per questa ragione San Biagio è spesso invocato per i mal di gola.
Camastra, incantevole per posizione e paesaggio, annovera resti archeologici e monumenti di interesse storico e artistico.
Sull’altura del “Castellaccio di Camastra” sorgeva un’antica e misteriosa città che taluni studiosi identificano in Camico. Si possono, ancora osservare le mura ciclopiche, una parete intagliata nella viva roccia, i resti di una scala incavata nella pietra, i cunicoli che evidenziano un vasto ed ingegnoso sotterraneo.
Nella città, e nei suoi dintorni, sono degni di nota il Castellaccio, probabilmente un castello dalla strana mescolanza architettonica di stili, le famose grotte di Ragamè, la necropoli che si estende nelle contrade di Rio, Balate e Fontana di Rose, la Chiesa Madre, fondata da Giacomo Lucchesi nel 1620, e la chiesetta di San Vincenzo, ad aula semplice e di modeste dimensioni.
Un risveglio culturale ed urbanistico lo si è avuto dagli anni ’50 in poi, grazie anche e principalmente ininterrotta, quasi cinquantennale, sindacatura dell’On. Vincenzo Di Caro (si è insediato per la prima volta il 10 giugno 1952), uomo probo e intellettualmente arguto, già Vice Presidente della Regione Siciliana, più volte Deputato e Assessore Regionale ai Lavori Pubblici alla Sanità, ed al Turismo. Presidente della Commissione speciale del Piano per le acque Sicilia all’A.R.S., Presidente dell’Ente Sviluppo Agricolo.
In questi decenni al Città si è arricchita di infrastrutture economiche, sociali e sportive all’avanguardia di elevato pregio e qualità, che fanno di Camastra un polo di attrazione turistica, non solo per la provincia di Agrigento ma per l’intero entroterra siciliano.
La Piscina comunale, il Polisportivo, la villa comunale con la presenza d’alberi e piante appartenenti a svariate famiglie mono e dicotiledoni, la Caserma dei Carabinieri realizzata sui resti della vecchia stazione ferroviaria di particolare bellezza per stile architettonico circondata di un palmeto dove sono presenti giochi per bambini ed una statua di Padre Pio e non ultimo il Centro Culturale Polivalente, sono il fiore all’occhiello di una piccola località che si propone alla sfida del futuro con buone prospettive di affermazione.
DA VISITARE
Monumenti e strutture
Il Castellaccio di Camastra
A circa due chilometri di distanza da Camastra, vi è il Castellaccio. Questo luogo testimonia l’esistenza di un’antica fortezza edificata dai Sicani nel 1240 a.C. circa; alcuni storici reputano che si tratta di Camico la capitale del leggendario regno di Cocalo, re dei Sicani. Essa sorge su un altopiano quadrilungo che regala un panorama strabiliante.
Sono sopravissute all’intemperie del tempo: degli avanzi di mura ciclopiche, un’antica scala che forse conduceva alla porta della città e numerose grotte. Emblematico è la torre, che secondo alcune testimonianze, insieme alla torre sulla cima di Naro con quella che era situata sul colle Caravello, costituivano le cosiddette ‘tre torri’ rappresentate sullo stemma della città di Naro, anche se altri fonti credano che lo stemma rappresenta le torri presenti nella mira urbiche della città di Naro.
La Chiesa Madre - Chiesa SS. Salvatore, la prima chiesa edificata di Camastra
Fondata nel 1620 per volere di Giacomo Lucchesi, non presenta, dal punto di vista strettamente architettonico, elementi di particolare pregio, tuttavia custodisce al suo interno alcune opere di notevole valore artistico, tra cui meritano un posto di rilievo le statue raffiguranti San Biagio, l'Annunziata e l'Immacolata, realizzate dallo scultore palermitano Genovesi. Accanto a queste opere, anche un Bambino Gesù dell'agrigentino Cordella, un Cristo Redentore, il simulacro di San Giuseppe ed una statua di Santa Rita.
Chiesetta di San Vincenzo
È una piccola chiesetta realizzata in un locale donato dal Sig. Arnone Vincenzo il 12.12.1939 che era un magazzino dove si ammassava il grano. Venne adibita a chiesa nel Luglio del 1941 col titolo di San Vincenzo. Recentemente, grazie alla donazione della Sig.ra Calogera Magrì ed alle donazioni della comunità parrocchiale di Camastra, è stata restaurata completamente.
Centro Culturale Polivalente
Il Centro Culturale Polivalente è una moderna struttura polifunzionale in grado di offrire molteplici servizi per la crescita culturale della comunità camastrese e del circondario.
Nel Centro Culturale Polivalente si svolgono tutte le attività culturali, iniziative, manifestazioni, attività ricreative e turistiche tese alla promozione, salvaguardia e valorizzazione delle espressioni culturali del territorio.
I servizi del Centro Culturale Polivalente riguardano:
- Biblioteca comunale, emeroteca
- Sala multimediale
- Auditorium
La Piscina Comunale con la Villa
Camastra nel 1979 è stato il primo paese nel circondario a dotarsi di una piscina comunale modernissima che ancora oggi è il fiore all’occhiello delle strutture sportive del paese. Ogni estate, grazie alla gestione di privati, costituisce una fonte di lavoro e risparmio per il Comune con il risultato di fornire un servizio eccellente ai cittadini.
Centro Sportivo Polivalente
Si tratta di uno spazio dinamico e accessibile, capace di accogliere e promuovere eventi anche di rilevante interesse territoriale. La struttura si propone, inoltre, di essere un centro di aggregazione sociale.
TRADIZIONI E FESTEGGIAMENTI
San Biagio
Il santo patrono è San Biagio che fu vescovo e martire e fu vicino agli umili.
A Camastra, si celebra il 3 febbraio ed ala prima settimana di settembre, ci sono i grandi festeggiamenti per dare opportunità agli emigranti di presenziare alle manifestazioni di fede e di riflessione.
Biagio, si narra, in vita riuscì a salvare un bambino da morte certa per soffocamento: una spina gli si era conficcata in gola, per il piccolo c'era ben poco da fare: quel vescovo, però, lo salvò. Oggi, quindi, la venerazione della statua di San Biagio si accompagna alla richiesta di una grazia per la guarigione o la tutela della gola.
La Pasqua
A Camastra per Pasqua ogni camastrese partecipa ogni anno ad una delle tradizioni più suggestive della Sicilia "U Lamientu" dove un fedele che ha la voce adatta, con una cantilena particolare riproduce il lamento della Passione di Cristo come voce solista ed in risposta tutti i presenti alla Processione "lamentano" quindi ognuno non è solo uno spettatore, ma un attore prima dolente e poi esultante per un mistero che è la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo. Particolare è la tradizione de "u lavurieddu" che consiste nel portare ai piedi del Cristo morto un "Lavoretto" che sarebbe una composizione ottenuta con il grano germogliato in modo che dopo essere stato benedetto si getta nel terreno con la speranza che sia una annata ricca di frumento. Infine l'"L'Asguondru" che a Camastra è veramente particolare, dove Gesù risorto si Incontra con la Sua Santissima Madre e quell'attimo dell'incontro, appunto l'Asguontru, è il culmine dell'esultanza e della gioia di tutti i fedeli il giorno di Pasqua.
San Giuseppe
Ogni anno il 19 marzo la Pro Loco di Camastra con la Parrocchia SS. Salvatore assieme a "Gli amici di San Giuseppe", ed il patrocinio del Comune di Camastra organizzano i solenni festeggiamenti del Patriarca San Giuseppe o come diciamo a Camastra San Gisippuzzu. I festeggiamenti hanno inizio la mattina con la processione della Sacra Famiglia che percorre le vie cittadine alla ricerca di dove alloggiare; all’arrivo in piazza, dopo la Santa Messa, c’è la benedizione de “La Tavulata di San Gisippuzzu”, del Pane e dei doni da distribuire alla popolazione. La banda musicale allieta il pomeriggio le vie cittadine in attesa della Santa Processione del Simulacro del Santo per poi concludersi con lo sparo dei fuochi di artificio. Come vuole la tradizione a termine dei festeggiamenti si distribuisce alla popolazione "U Maccu", minestra tipica a base di purea di fave con erbe e verdure di stagione ed i dolci tipici.
Carnilivaruni Camastrese
Tra le tradizioni camastresi spicca “U Carnilivaruni” ovvero la conclusione dopo una settimana del Carnevale tra canti, balli e scherzi di ogni genere, sapendo che l'indomani ha inizio la Quaresima durante la quale bisogna osservare il digiuno e non è consentito scherzare. In questa giornata sfilano i carri e le maschere che attraversano per lungo la cittadina. Per il carnevale a Camastra si preparano dei dolci che sono una vera e propria leccornìa: Spinci (frittelle di pasta lievitata fritte e cosparse di zucchero), cannola cu la clema (cannoli con la crema alla camastrese) ed è il caso di dirlo “dulcis in fundo” i“Chichiredda di Cola” che frittelle di pasta fritte preparate con un procedimento particolarmente elaborato e cosparse di zucchero che si trovano solo qui.
PRODOTTI TIPICI
L’agricoltura è il settore economico su cui è basato il reddito dei camastresi sono il Vino e l’Olio, due prodotti tra i più rappresentativi della nostra agricoltura e della nostra cultura gastronomica.
'Mpanata
La 'Mpanata è una specialità che si prepara principalmente a febbraio, periodo in cui si raccolgono gli spinaci, fondamentali per il ripieno, ed è praticamente una sorta di rollò di pasta spianata dove si cosparge il ripieno composto dagli spinaci sbollentati e soffritti con cipolletta abbondantissima, ed altri ingredienti come: passuluna (olive nere), pezzi di salsiccia, patate, broccoletti ed ogni famiglia poi ha “l’ingrediente magico che la rende migliore delle altre”. Naturalmente la Mpanata è obbligatoriamente accompagnata dal vino di casa che ogni famiglia, naturalmente, ha il migliore.
U Cuddiruni
U Cuddiruni è un tipo di pizza caratteristico di Camastra e si preparava con la pasta del pane in eccesso. L’esecuzione è semplicissima: dopo aver spianato la pasta si condisce con il pomodoro passato, olive nere, acciughe, cipolletta, pecorino grattugiato, origano e l’olio di casa prima di infornarla, elemento di particolare importanza perché la rende unica rispetto a tutte le altre pizze che prevedono l’olio all’uscita dal forno. Altro particolare non indifferente “Cu Cuddiruni” si beve vino rosso locale assolutamente sbagliato berci sopra la birra.
Cannolo alla Camastrese
Il cannolo alla camastrese si distingue dagli altri perché è ripieno con la crema (clema) fatta con il latte di capra al quale si aggiungono l’amido, lo zucchero, la scorza di un limone o arancia, la vanillina e la cannella. Alla fine si guarniscono con la frutta candita e lo zucchero granulato.
AZIENDE
Non ci sono aziende di produzione di prodotti tipici che ricadono nel territorio del Comune per lo più si tratta di piccoli produttori che fortunatamente ancora oggi producono a livello familiare sia vino che olio per le necessità familiari. L’olio presente in tutte le ricette tipiche delle famiglie camastresi, assieme ad altri prodotti come mandorle, utili per fare i dolci a base di mandorla come i “viscotta ricci”, li ‘nciambilluna e la Cubaita, i pomodori per i sughi ancora preparati all’antica e particolarmente buoni come il sugo di carciofi, piselli e finocchietti da fare con i “cavati a busu” (cavatelli creati con palline di pasta arrotolati nel busu uno dei due attrezzi per fare le calze) e cosparsi di “muddicata”, pane raffermo grattugiato e brustolino con l’olio di casa, cosparso sulla pasta, naturalmente. Il irrorato con il vino locale per vivere esperienze molto suggestive dove si avverte una sensazione di trasporto nel passato con il sapore ed i profumi che ricordano i luoghi e la vita nei campi dei nostri nonni.
LA BANDA MUSICALE CITTÀ DI CAMASTRA
Camastra, in campo musicale, ha il vanto di avere la “Banda Musicale Città di Camastra”, diretta dal Maestro Alfonso Barba di Raffadali ed il Presidente è il Cav. Baldacchino Salvatore, costituita sulle basi della vecchia banda musicale diretta per circa 60 anni dal Maestro Angelo Sciové. Essa, continuando la lunga tradizione musicale che risale al 1911, anno della sua fondazione da parte del Maestro Giuseppe Terranova originario di Salemi e successivamente diretta dal Maestro Calogero Sabella, costituisce oggi, ancor più di ieri, un punto di riferimento per quanti, giovani o meno giovani, vogliono avvicinarsi al mondo della musica. Inoltre costituisce, in piccolo paese come Camastra, una notevole possibilità di aggregazione sociale e culturale.
CURIOSITÀ
Santi Correnti (Riposto, 1924 – Catania, 27 agosto 2009) illustre storico siciliano, si è dedicato prevalentemente alla Storia della Sicilia, in una delle sue opere è citata Camastra per un importante episodio: Camastra, in provincia di Agrigento, vanta un eccezionale primato: nel 1912 (27 ottobre) vi si costituì "la Federazione siciliana dei lavoratori della terra".
Inoltre il professore Santi Correnti ha inaugurato il Centro Culturale Polivalente del Comune che è una delle strutture, dal punto di vista culturale, più importanti della Provincia di Agrigento.
ETIMOLOGIA (origine del nome)
Il termine dialettale Camastra significa "catena del focolare" e potrebbe derivare dal greco kremastra, ossia "corda dell'ancora". Potrebbe anche essere legato al latino caminus, ossia camino.