Storia del Comune

                  BENVENUTI A CASTELTERMINI
Alle falde del monte Pecoraro ,che s’ innalza ad una altezza di 753 metri dal livello del mare, sorge il comune di Casteltermini che oggi conta una popolazione di  7875 abitanti. Si trova ad una altitudine di 554 metri ed è collocato ad una distanza di 36 Km da Agrigento  e di 91 da Palermo, che si possono raggiungere tramite la strada statale 189 e la ferrovia, il cui scalo ferroviario di Acquaviva Casteltermini  si trova a 8 Km.
FONDAZIONE DI CASTELTERMINI
Casteltermini è stato fondato il 5 aprile 1629 sulle terre del feudo di Chiuddia dal Barone Gian Vincenzo Maria Termini  e Ferreri,discendente dalla nobile famiglia catalana dei De Termens che venne in Sicilia, con altri nobili spagnoli,al seguito della regina Costanza, sorella di Pietro II re di Aragona, per andare in sposa all’imperatore Federico II. Questa fondazione avvenne a seguito della concessione, che il re di Spagna Filippo IV, tramite il  Vicerè Francisco de la Cueva Duca di Albuquerque, fece al Barone Termini e Ferreri.
Questo documento regio è noto come “Privilegium habitandi baroniam Chiudiae sub nomine Castel termini pro Domino Ioanne Vincentio Maria de Termini et Ferreri”
“Privilegio di creare un centro abitato nella baronia di  Chiuddia sotto il nome di Castel termini a favore di Don Giovanni Vincenzo Maria di Termini et Ferreri “.
Questo nuovo centro abitato, prese il nome di Casteltermini che significa Castello della Famiglia Termini. In data 10 0ttobre 1629, con diploma rilasciato da Filippo IV re di Spagna e di Sicilia, Gian Vincenzo Maria Termini e Ferreri venne insignito “dell’eccelso titolo di Principe di Casteltermini”.Il nuovo paese di Casteltermini, considerate le vantaggiose promesse fatte dal Principe,  fu ben presto popolato dalle molte famiglie provenienti dai paesi vicini, come:Sutera, Campofranco, Mussomeli, Cammarata, San Giovanni Gemini.
Ben presto migliaia di persone confluirono a Casteltermini . Sorsero numerose abitazioni e dimore signorili. Una grande piazza, ove faceva bella mostra il palazzo del fondatore del paese, ed una lunga strada che partiva dai due angoli opposti della piazza, completavano il centro storico del nuovo paese. Furono costruite splendide chiese, adornate da magnifici monumenti ed altari, di quadri di pittori importanti e di artistiche statue di santi. Il paese, nel primo periodo della sua esistenza, ebbe una economia prevalentemente agricola. Ma a partire dal XIX secolo, con l’apertura della miniera di zolfo Cozzo Disi, iniziò un periodo di industrializzazione che continuò con la costruzione, negli anni 1912/13, del pastificio                      San Giuseppe e l’insediamento dello stabilimento della Montecatini, dove veniva lavorata la kainite, trasformata in fertilizzante chimico che era utilizzato nell’agricoltura. Queste risorse economiche, non solo diedero lavoro a migliaia di persone, ma contribuirono a trasformare il paese da agricolo a industriale. 
Purtroppo, dopo un periodo di benessere economico e sociale che aveva portato a far diventare Casteltermini  uno dei paesi più importanti della provincia di Agrigento,   con la chiusura della miniera nel 1988, con quello dello stabilimento  (della  ex Montecatini) Italkali nel 1992 e quello del Pastificio San Giuseppe, anch’esso negli anni novanta, Casteltermini subì una forte recessione economica che l’ha fatto precipitare indietro nel tempo e che ha costretto molte famiglie e tanti giovani a trasferirsi nel nord Italia e anche all’estero, in cerca di un lavoro che il loro paese non poteva più offrire.  Dopo questo periodo di recessione economica, il paese ha cominciato a riprendersi, seppur lentamente. L‘azienda Joeplast, che produce imballaggi flessibili di plastica e dà lavoro ad un buon numero di operai, sembra avere aperto la strada per un ritorno di nuove aziende e di conseguenza di nuovi posti di lavoro. Le aspettative di miglioramenti, che possono aiutare l’economia del paese, hanno visto già realizzati ed operanti il B&B “ Arcobaleno”e il “Relais  Santa Croce all’eremo” ed il “Centro Recuperi Minnella Ecologia ed Ambiente” .Le  prospettive future prevedono la conversione della miniera Cozzo Disi in un museo minerario.
L’aspetto artistico,storico e culturale
Casteltermini è ricco d’arte, di storia e di cultura. L’arte è rappresentata in maniera significativa dalle splendide chiese che adornano il paese. Le più importanti sono:    La Chiesa Madre. Questa chiesa che si trova nella Piazza Duomo, posta al centro del paese, fu costruita, a partire dallo stesso anno di nascita del paese, 1629, e fu comple-tata nel 1782. La Chiesa appartiene architettonicamente all’ordine toscano. E’ a croce latina, a tre navate. Il prospetto è ispirato allo stile rinascimentale. Da secoli conserva statue, quadri, oggetti sacri, arredi e paramenti preziosi e uno splendido organo datato 1897. Da evidenziare, fra le tante opere, le seguenti: una grande tela di Padre Fedele Tirrito da San Biagio, posta sopra l’altare maggiore del coro, raffigurante l’Annunciazione, due grandi tele, poste sui muri laterali del coro, del pittore palermitano Giuseppe Velasco, che firmava le sue opere ‘’Velasquez’, raffiguranti La Donna adultera e la Profanazione del tempio. All’interno della cappella destra si trova l’artistico cenacolo, in argilla colorata, opera del geniale scultore castelterminese Michelangelo Caltagirone, detto Quarantino. Infine un’altra grande opera è quella del monumento marmoreo eretto allo storico Castelterminese Gaetano Di Giovanni.
La Chiesa di San Giuseppe.  Posta alla fine di uno dei corsi principali, corso Umberto, fu costruita a partire dal 1641 e fu completata tra il 1750 e il 1760. Ha una sola navata ed un’artistica e solenne scalinata che rifulge, in tutta la sua bellezza architettonica, con il prospetto in stile barocco.                All’ interno della chiesa si trovano due statue in legno,   dello scultore Rosario Bagnasco, raffiguranti: il Sacro Cuore di Maria e San Giuseppe. Sul muro frontale dell’abside, dietro l’altare maggiore, è posta la tela raffigurante La Sacra Famiglia,opera del pittore trapanese Andrea Carreca.   Altre chiese arricchiscono il patrimonio artistico e religioso che Casteltermini offre al culto dei fedeli e agli amanti dell’arte, sia dei cittadini che a quelli che visitano il nostro paese.
Infine è doveroso inserire: La Chiesa di Santa Croce.
Si tratta di una chiesetta sita a tre chilometri dal centro abitato. Sulle sue origini la data più probabile è quella del 1667. Essa è legata ad una leggenda sul ritrovamento di una grande croce di legno, rinvenuta proprio in quel luogo dove è stata edificata e dove viene custodita. C’è d’aggiungere che questa croce è diventata oggetto di studio, da parte di numerosi storici e ha dato inizio nel 1667 alla famosa festa di Santa Croce che si festeggia ogni anno la quarta domenica di maggio e alla quale partecipano non solo i Castelterminesi, ma anche numerosi visitatori provenienti da tutta la Sicilia.
A completamento delle bellezze artistiche, ha un posto importante la Villa Maria. Costruita alla fine del XIX secolo, come dimora di caccia dei Conti Lo Bue di Lemos, è una grande costruzione in stile Liberty fornita di un grande parco, ricco di rarissime piante e di splendide statue. Un mausoleo, posto nell’ampio spiazzale della villa, conserva le spoglie della contessa Maria di Lemos, alla quale la villa è dedicata.
Le Feste.  
Come in tutti i paesi della Sicilia, anche Casteltermini è ricco di feste che celebrano, oltre che il Santo Patrono, nel nostro caso San Vincenzo Ferreri, anche altri santi e ricorrenze religiose. Ma a Casteltermini, la festa che viene festeggiata come la più importante, è quella chiamata di Santa Croce e Sagra del Tataratà. Le sue origini risalgono all’anno 1667 e sono collegate ad una leggenda che riguarda il ritrovamento di una grande croce di legno,nelle campagne del feudo di Chiuddia .L’interesse a scoprire l’origine di questa croce ha impegnato, negli ultimi duecento anni,diversi studiosi che hanno formulato diverse teorie. Ma nel 2018, lo studioso Gianfranco Lo Bue ha pubblicato un libro intitolato: La Croce di Casteltermini- La Leggenda, la Fede e la Storia, nel quale dimostra, attraverso un’analisi storica, religiosa e scientifica, che la Croce della leggenda risale agli anni tra il 1634 e il 1665. Questa importante e significativa affermazione è stata avvalorata dalle analisi, fatte svolgere dal Comune di Casteltermini assieme all’equipe della Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali di Agrigento presso l’Istituto Internazionale C.I.R.C.E di Napoli, i cui risultati hanno stabilito che il legno dei due bracci della Croce (patibolo quello orizzontale e stipite quello verticale) è datato negli anni tra il 1634 e il 1665. Questa croce, che per la sua antichità, rappresenta un importante cimelio del cristianesimo, è tuttora conservata nella chiesetta che fu edificata nel luogo del ritrovamento, distante tre chilometri dal centro abitato. A partire dal 1667, che è la data scolpita sulla croce, al momento del ritrovamento, ha avuto inizio la grandiosa festa detta di Santa Croce e del Tataratà che si celebra ogni anno la quarta domenica di maggio. Gli aspetti salienti della festa sono, oltre la Santa Croceche viene portata in processione, l’imponente cavalcata formata dagli antichi ceti degli Schitti, dei Picurara, dei Burgisi, al quale è aggregato quello dei Vurdunara, dei Mastri e del gruppo folcloristico del Tataratà. Fa pure parte della festa il corteo storico, dove spiccano il fondatore del paese, Principe Gian Vincenzo Termini e Ferreri e sua moglie Maria Beccadelli Bologna Agliata.
La Cultura e gli Uomini Illustri                           
Casteltermini a partire dal primo periodo della sua esistenza è stata Patria di personaggi che gli hanno dato onore e rinomanza in tutti i campi del sapere. Quelli che hanno costituito l’eccellenza, che meritano di essere inseriti in queste notizie di presentazione del paese, li chiameremo “Uomini illustri”.
Gli Uomini Illustri                                                                                 
Giovanni Agostino De Cosmi
Nacque a Casteltermini il 5 luglio1726. Nel 1745 entrò nel collegio di Girgenti (Agrigento) per studiarvi i Canoni e la Morale. Nel 1748 fu eletto “Maestro di Rettorica”, in quel Seminario, da Mons. Gioieni. Nel 1751 è già sacerdote. Nel 1752 ritornò a Casteltermini per occupare la carica di economo-curato. Nel 1754 il vescovo Gioieni lo volle quale arciprete di Casteltermini. Ben presto la fama del De Cosmi, come uomo di grande dottrina e sapienza, si diffuse rapida in tutta la Sicilia e fuori. Nel 1764 venne eletto Rettore dell’Università di Catania. Fu anche un filosofo e soprattutto sostenitore del pensiero pedagogico del filosofo inglese Locke. Nel 1788 il Re Ferdinando di Borbone lo incaricò di formare il piano regolatore delle scuole normali e di attendere e vigilare perché le scuole venissero installate e si diffondessero in tutta la Sicilia.De Cosmi morì il 24 gennaio 1810. Molteplici sono state le opere scritte dal  De Cosmi tra le quali dobbiamo ricordare le seguenti:
Pensieri della sacra eloquenza della Chiesa.           Considerazioni sull’eloquenza dei Padri e della Scrittura. Studi Biblici sulle epistole di San Paolo e gli atti Apostolici. Istituzione di filosofia pratica universale.            Prediche, orazioni, panegirici, quaresimali Tractatus Theologicus.                                                                                                    Difesa del Capitolo della Cattedrale di Catania            Digressione sulla pubblica istruzione.                                    
 
Saggio sopra il libro della Calligrafia storico-critico-teoretico-pratico.                                                                  Ragionamento sulla pubblica educazione.                                    Direzione pei maestri che vogliono adoperare il metodo dei principi generali del discorso.
Niccolò Cacciatore
Nacque a Casteltermini  il 26 gennaio 1780 .Fin da fanciullo mostrò grande diletto nel contemplare la luna e le stelle. Il suo maestro di grammatica fu lo zio paterno Don Innocenzo Cacciatore teologo e sacerdote. In seguito studiò ad Agrigento presso il collegio SS.Agostino e Tommaso.Poi si trasferì a Palermo dove ebbe la fortuna di essere affidato alle cure del grande De Cosmi, il quale gli insegnò l’italiano,il latino e il greco. Sempre il De Cosmi lo presentò  all’illustre astronomo Giuseppe Piazzi, Direttore del Reale osservatorio di Palermo.Nel 1800, alla età di appena vent'anni,  fu nominato primo assistente del Piazzi. Nel 1815 il Piazzi si trasferì a Napoli ed il Cacciatore divenne il nuovo Direttore del Reale osservatorio Astronomico di Palermo. I risultati dei suoi studi, sulla formazione dei pianeti e sull' apparizione della cometa, furono esposti dal Cacciatore " Su la cometa del 1819 ".Nel 1826 pubblicò "La storia dell' Astronomia Siciliana". Nel 1829 divenne Segretario Generale dell' Accademia Letteraria e Scientifica di Palermo.Infine  fu nominato Cavaliere del Reale Ordine di Francesco I. Il Cacciatore scrisse numerosi libri  tra i quali: Sui fili d'argento per uso dei telescopi, Sulla Cometa del 1809, Su l'origine del sistema solare, Riflessioni sul prossimo ritorno della cometa di Halley, Storia dell'Astronomia Siciliana. Nicolò Cacciatore morì a Mezzomorreale il 28 gennaio 1841.
Gaetano Di Giovanni 
Nacque a Casteltermini il 16 maggio 1831. Frequentò le prime scuole a Casteltermini  sotto la guida dei Sacerdoti  Giuseppe Butticè e Giuseppe Lo Bue. In seguito studiò nel seminario di Agrigento "Umane lettere ed Eloquenza".  Completò i suoi studi  presso l' Università di Palermo, frequentando la facoltà di Giurisprudenza. Nel 1858, supe-rato il concorso per notaio, prese servizio a Casteltermini. Ben presto nacque in lui l' idea di scrivere una storia su Casteltermini. Dopo anni di studi e ricerche, presso archivi e biblioteche, diede alla stampa la sua opera monumentale dal titolo" Notizie storiche su Casteltermini  e suo territorio”. Esemplare modello di Storia Patria", la definì il grande storico Cesare Cantù. Questa opera gli valse l' ammirazione dei dotti e la stima dei suoi concittadini. Nel 1888 pubblicò l' opera" La Vita e le opere di G.A.De Cosmi".  I grandi della cultura lo definirono come uno storico minuzioso e imparziale (G.Di Marzo),e discendente della gloriosa scuola di storiografi siciliani (G.Pipitone)). Fu infine grande letterato e folklorista. Nel 1884 si trasferì  da Cianciana, dove risiedeva fin dal 1868, a Noto dove  rimase fino alla morte che avvenne il 19 luglio 1912. Il Di Giovanni, oltre a Notizie storiche su Casteltermii e suo territorio, scrisse numerose opere tra le quali:La circoscrizione territoriale di Cianciana e dei comuni finitimi, La vita e le opere di Giovanni Agostino De Cosmi, La  città di Noto.
Michele Caltagirone (Quarantino)
Michele Caltagirone,conosciuto come Quarantino, nacque a Casteltermini il 2 settembre 1854 e ivi morì il  1°gennaio 1928. La figura del Quarantino dominò artisticamente la vita di Casteltermini per un periodo di oltre cinquant’anni durante il quale arricchì le molte chiese di Casteltermini    e di tanti altri paesi e città, di statue di santi,di angeli di legno ed in argilla. Il QQqquarantino aveva iniziato da giovane la sua attività di scultore. Pure  non avendo avuto nessun maestro o frequentata nessuna scuola artistica,dimostrava già  la sua innata bravura che gli consentiva  di realizzare le prime sculture che rivelavano le doti di un grande artista. In seguito  si recò a Palermo dove frequentò le botteghe di valenti scultori per apprendere meglio i segreti dell’arte  di  scolpire e soprattutto della composizione dei colori e della cottura dell’argilla. Sempre a Palermo frequentò la bottega del grande scultore Benedetto Civiletti e quella dello scultore Vincenzo Genovese. Da segnalare commissioni che ebbe da Palermo, da Caltanissetta, da Sciacca, da Caccamo e da altri paesi, fino dalla lontana America. Fra le tantissime opere, tutte degne di essere ricordate,si evidenziano le seguenti:
Parrocchia di San Francesco
La Madonna del silenzio, San Francesco d’Assisi ,San Giuseppe, Ecce Homo.Tutte in legno.
La Chiesa Madre
Santa Rosalia,La Sacra Famiglia,San Giovanni Evangelista,   La Madonna della Catena,Gesù Deposto, Sant’Antonio da Padova.Tutte in legno. Il Nazareno  con volto, mani e piedi in legno, mentre il corpo è di cartapesta. Il Cenacolo-In terracotta colorata. Il Presepio  in terracotta colorata. San Paolo Eremita e San Francesco con l’Angelo - in terracotta  colorata. 
Chiesa Madonna delle Grazie
Gesù nell’orto, Gesù e la Madonna. San Francesco d’Assisi,L’Adorazione dei Magi, L’Assunsione di Maria Vergine ,in terracotta colorata. Mosè e il profeta Isaia in gesso. Un grande Angelo in gesso.
Chiesa Maria SS del Carmelo.
Crocifisso in legno. Gruppo di 16 angioletti  su montatura di legno.
Chiesa di Gesù e Maria
La Maddalena in legno. La morte di San Giuseppe in terracotta colorata.
Negli altri paesi alcune opere da ricordare:
Convento Cappuccini  di Palermo
San Francesco d’Assisi in legno
Convento di San Martino delle Scale
San Benedetto da Norcia in legno
Duomo di Caltanissetta  
San Francesco d’Assisi in legno
Convento Cappuccini Monreale
Schola Cantorum in terracotta colorata
Convento Cappuccini  di Sciacca
Ecce Homo in legno
Acquaviva Platani Santa Lucia in legno
Campofranco
Chiesa di Maria SS. Dell’Itria
Il Redentore volto,mani e piedi  in legno
Convento di Bivona
San Francesco con Frate Leone e Frate Bernardo in legno
Caccamo Convento dei Cappuccini
San  Pasquale e Sant’Antonio in legno con puttini in terracotta colorata
San Francesco d’Assisi con Frate Leone, gruppo di terracotta colorata
San Francesco d’Assisi con i Frati Leone e Bernardo, gruppo di terracotta colorata.
Trenton  (U.S.A.) Chiesa di St.James statua di San Calogero in legno.
Michelangelo Vaccaro
Michelangelo Vaccaro nacque a casteltermini l’11 gennaio 1854. Frequentò le scuole elementari e all’età di quattordici anni ottenne l’ammissione al ginnasio.
Non potendo per motivi familiari andare a Palermo per frequentarlo, rimase a Casteltermini dove fu affidato alle cure  del Prof.Giovanni Di Simone che gli insegnò l’Italiano,il Latino ed altre discipline umanistiche. A sedici anni poté  recarsi a Palermo dove frequentò, privatamente le lezioni del Prof.Oleari. Nel 1873, conseguita la licenza liceale, s’iscrisse in Giurisprudenza, conseguendo la laurea nell’anno accademico1876-1877. Dopo l’abilitazione all’esercizio della professione, frequentò lo studio  D’Ondes Rao  e Giuseppe Puglia. Ritornato in paese,si dedicò alla politica dove fu eletto consigliere comunale. Nel contempo esercitò l’attività di avvocato a Casteltermini, Sciacca,Agrigento e Palermo. Nell’anno 1880 superò il concorso per vice-segretario al Ministero di Grazia e Giustizia, dopo qualche anno fu chiamato a dirigere la Biblioteca del Ministero, della quale ebbe grande cura riordinandola e fornendola di cataloghi da lui stesso compilati. Percorse in breve tempo i più alti gradini della carriera amministrativa fino a raggiungere il posto di Capo Divisione degli Affari Penali. Per questi ed altri meriti, nel  giugno del 1896, fu chiamato dal Crispi quale Segretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, rimanendovi fino al 5 marzo1896, giorno in cui l’On.Crispi dovette dimettersi sotto il terribile peso della dolorosa sconfitta di Adua. L’anno successivo fu chiamato a ricoprire il prestigioso incarico di Capo di Gabinetto di Nicolò Gallo, Ministro della Pubblica Istruzione,  cui attese fino al 1900. Proprio in quegli anni,a seguito di pubblico concorso, ottenne la cattedra di Diritto Penale all’Università di Padova. Successivamente la libera docenza nella stessa disciplina alla Università di Roma. Infine la libera docenza in procedura Penale ed in Filosofia del Diritto nella stessa Università di Roma. Dopo alcuni anni, a causa delle molteplici e onerose occupazioni,  fu costretto ad abbandonare  l’insegnamento. Subito dopo fu nominato Sostituto Procuratore Generale alla Corte di Appello di Roma e qualche anno dopo Consigliere della Suprema Corte di Cassazione.  Nell’anno 1909 ,all’età di 55 anni, venne eletto Deputato per il Collegio di Aragona e poi confermato nell’alta carica per quattro legislature consecutive.
Ebbe così modo di occuparsi dei problemi più urgenti che gravavano sulla Sicilia di quel tempo: le convenzioni marittime, l’industria zolfifera, il problema dei carusi nelle miniere,la condizione dei contadini siciliani. Nell’anno 1922 fu promosso Presidente della Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione. Compito che assolse con superiore tatto e scrupolosa diligenza e imparzialità.Nel gennaio 1924,all’età di 70 anni,fu collocato a riposo. Morì a Roma il 27 gennaio 1937 all’età di 83 anni. Molte sono state le pubblicazioni di carattere sociologico,filosofico e giuridico,Ci si limiterà a elencarne alcune, rimandando chi volesse conoscerle tutte a consultare l’opera dello storico Francesco Lo Bue: Uomini e fatti di Casteltermini nella storia moderna e contemporanea.
Le Opere
Le basi del diritto e dello Stato
Genesi e funzione delle leggi.
Saggi critici di sociologia e criminologia
Il diritto penale:critica e sistemazione scientifica di esso.
Sulla genesi del diritto e della delinquenza.
Psicologia e procedura penale.
La concezione sociologica del progresso.
I zolfatai della Sicilia
Antropologia e sociologia  criminale
La Mafia
 
Alcuni dei discorsi pronunciati alla Camera
Discorso sul bilancio di Grazia e Giustizia
Discorso sull’industria zolfifera siciliana
Discorso sulla riforma del Codice di Procedura Penale
Discorso sul Bilancio della Istruzione Pubblica.
Francesco Lo Bue nacque a Casteltermini il 4 settembre 1916 e  ivi morì il 26 agosto 2004. Storico,scrittore e poeta, è stato Segretario al Comune di Casteltermini  per tanti anni,fino alla pensione, e vi ha profuso competenza e professionalità.  S'interessò per il riordino dell'Archivio Storico e per l'istituzione della Biblioteca Comunale,che oggi porta il suo nome, salvando dalla distruzione libri rari e preziosi, statue del Quarantino, scultore locale, ed altri beni librari. Inoltre convinse gli amministratori del tempo a stanziare le somme per acquistare dei testi che andassero ad arricchire il patrimonio librario, ivi compreso l'acquisto dei volumi originali delle Notizie storiche di Casteltermini e suo territorio,del grande storico Gaetano Di Giovanni che,in occasione del 350° anniversario della fondazione di Casteltermini,vennero ristampati ,consentendo in tal modo la diffusione di un'opera così importante e purtroppo ignorata dalla maggioranza dei cittadini, che rischiava di essere perduta. Appassionato studioso e infaticabile cultore di memorie patrie, ha dedicato lunghi anni della sua vita a ricerche storiche, politiche, sociali, folcloristiche e religiose che sono confluite in una vasta produzione di opere,che ebbe inizio a partire dal 1971, con la pubblicazione di volumetti sulla  Festa di Santa Croce e la Sagra del Tataratà, fino al 1992. Dopo dieci anni di studi e ricerche, diede alla luce,nel 1985, ai due volumi dal titolo” Uomini e fatti di Casteltermini nella storia moderna  e contemporanea, completati da un terzo volume pubblicato nel 2000,con il titolo “ Casteltermini nel Novecento, dalla fine della Grande Guerra alla caduta del Fascismo”.Ha inoltre scritto”La vita e l’opera di Leonardo Vitellaro, poeta castelterminese, La Luna sul Don, diario della sua partecipazione  all’ultima guerra sul fronte russo, e infine una raccolta di poesie dal titolo “Ricordi della mia terra”
 
 
Infine rivolgiamo il nostro  benvenuto a tutti quelli che volessero visitare questo nostro paese, ove troverebbero le tante bellezze artistiche e storiche delle splendide chiese, sopra descritte, ed inoltre l’Antiquarium, il museo etnografico,il belvedere della chiesetta di San Vincenzo,sito sul punto più alto ed antico,chiamato la rocca  di Messina e  da dove si può ammirare uno splendido panorama e la chiesa di Santa Croce, dove è custodita l’antica croce in legno  della leggenda.
Inoltre  per chi volesse  gustare gli antichi sapori, della tradizione culinaria  castelterminese, potrebbe scegliere tra le diversi ristoranti, pasticcerie, pizzerie  e rosticcerie
 
  

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