Storia del Comune
Cammarata il territorio La storia e i monumenti
Abitanti al 31/12/2020 | 6040 |
Capoluogo | Agrigento |
Distanze | Agrigento: Km.50 - Palermo: Km.90 – Aeroporto Punta Raisi: Km. 130 |
Altezza | Altezza media 700 s.l.m. – Altezza Monte Cammarata 1578 m. slm. |
IL TERRITORIO
Cammarata è un comune della provincia di Agrigento dalla quale dista poco più di cinquanta chilometri. È posto ad un’altezza di circa 700 metri sul livello del mare, nella zona più elevata dei monti Sicani, alle pendici nord-orientali del monte Cammarata (1578 metri).LA STORIA E I MONUMENTI
Diversi studiosi sostengono l’origine del paese anche precedentemente al periodo arabo. È certo che l’attuale struttura si sia sviluppata durante il periodo normanno, quando il territorio ed il castello vennero donati dal Conte Ruggero d’Altavilla alla sua consanguinea Lucia “ De Camerata “, che insieme al figlio Adamo li possedette fino al 1154. A lei si deve la costruzione della vecchia chiesa di Santa Maria di Gesù.
Dopo la loro morte la città appartenne probabilmente al regno demanio per circa un secolo, sino a quando venne concessa dal Re Manfredi a Federico Maletta . In seguito e fino all’abolizione della feudalità, per la ricchezza e vastità del territorio, Cammarata è ambita e dominata da diversi nobili famiglie: i Vinciguerra, i Moncada, gli Abatellis , i Branciforti.
Costruito nel secolo XIII, fu dimora dei Signori di Cammarata. A seguito di crolli, avvenuti in epoche diverse, è rimasto ben poco dell’intera struttura: alcuni muri perimetrali, una parte dell’antico edificio, oggi sede dell’Istituto religioso “Figlie di Maria Ausiliatrice” e la torre. Dopo la fine del feudalesimo sorse una controversia fra gli eredi dei Signori ed il Comune per contendersi la proprietà del Castello. Successivamente si giunse ad un compromesso, per cui toccò al Comune una parte di esso, precisamente la torre, che fu utilizzata come carcere mandamentale fino agli anni 70. In seguito l’intera struttura è stata considerata patrimonio architettonico da salvare, ed è stato oggetto fino a qualche anno fa di interventi di restauro e consolidamento. Oggi la torre, che è la parte meglio conservata, in attesa di istituirvi un museo permanente, è utilizzata per l’allestimento di mostre e manifestazioni varie.
LE CHIESE
La chiesa più importante di Cammarata è LA CHIESA MADRE dedicata a San Nicolò di Bari. E’ a tre navate e contiene nel suo interno numerose opere d’arte, tra cui un ciborio marmoreo di Andrea mancino datato 1490, una Pietà cinquecentesca proveniente dalla chiesa distrutta della compagnia dei Bianchi, un organo a canne del XVI° sec., pregevoli opere in legno fra le quali un pulpito monumentale, il Banco dei Giurati, gli stalli del coro, l’altare della Madonna dei Miracoli. Degna di nota la grande tela che raffigura Sant’Anna con accanto San Gioacchino, opera di Pietro D’Asaro, detto il Monocolo di Racalmuto, un pittore del seicento siciliano. Altra grande ed importante chiesa è quella dedicata a SAN VITO MARTIRE, anch’essa a tre navate , conserva opere artistiche di particolare rilievo. Molto interessante la tela, “ Morte Della Madonna “ di un anonimo del 600.
La CHIESA DI SANTA DOMENICA, conosciuta come BATIA, con annesso convento delle Benedettine di clausura nel 300, adesso sede del municipio , sorge quasi al centro di Cammarata. Vi si conserva un altare di marmo intarsiato del secolo XVII, una tela raffigurante l’Adorazione dei Magi, di scuola fiamminga, e lo stupendo Ostensorio in corallo , dono seicentesco del principe Branciforti.
A Cammarata, sino alla fine dell’800, esistevano diversi ordini religiosi che avevano sede in propri conventi, fra essi pure i Domenicani. L’edificio, oggi adibito a Liceo Scientifico, con annessa chiesa risalente al 1509, sorge dove un tempo era ubicata l’antica chiesetta ed Ospedale di S. ANTONIO ABATE. La chiesa, popolarmente conosciuta come San Domenico, fù distrutta nel 1913 da un incendio ma venne ricostruita negli anni 1931-1934. Al suo interno sono conservate opere d’arte, tra cui una statua di S. Vincenzo Ferreri, opera del La Bella del secolo XVIII, una statua raffigurante la Madonna Addolorata, opera di Giacomo Li Volsi del secolo XVII ed una tela raffigurante la Madonna di Monserrato, opera di Carlo Lo Presti del secolo XVI. La chiesa è stata retta per diversi anni da Mons. Domenico De Gregorio (morto il 26-5-2006) il quale l'ha arricchita di alcuni quadri, ha restaurato le antiche tele e le statue in legno, e in ultimo ha fatto realizzare un meraviglioso organo con 540 canne.
Altro ordine religioso presente nel territorio fino a qualche anno fa, era quello dei frati minori francescani. La chiesa con annesso il convento sono ubicati nel quartiere Santa Maria. La chiesa, dedicata alla MADONNA DI CACCIAPENSIERI, è stata elevata a Santuario dal Vescovo Luigi Bommarito. La struttura attuale fù ricostruita verso la metà del secolo XVIII, a seguito del pericolo di crollo della vecchia chiesa. Vi si venera la miracolosa immagine della Madonna di Cacciapensieri. Nella volta sono raffigurati alcuni episodi prodigiosi legati alla devozione della Madonna. All’interno, sono da ammirare alcune statue di Rosario e Girolamo Bagnasco, una statua in marmo della Madonna della Neve attribuita ad Antonello Gagini, mentre nella sagrestia è collocato il fastigio della tomba degli Abatellis.
Nella zona bassa del paese sorge la CHIESA DELL’ANNUNZIATA. È la chiesa più caratteristica di Cammarata. Vale la pena di visitarla per osservare l’armonia discreta di questa costruzione cinquecentesca. La chiesa è preceduta da un pronao datato 1521 con un arco a sesto acuto nella facciata principale, e con due archi laterali a tutto sesto separati da un’elegante colonna. Suggestivo l’interno ad unica navata, con la volta a botte, arricchita da stucchi in oro zecchino. La chiesa custodisce un crocifisso, detto della Pioggia , a seguito di un prodigio avvenuto verso la metà del Settecento, quando il simulacro del Crocifisso acquistato dalla popolazione di Burgio fu custodito provvisoriamente nel tempio perché il maltempo impediva di proseguire il viaggio. La scultura rimase a Cammarata perché ogni volta che i burgitani tentavano di riprendere il cammino , il cielo si oscurava e ricominciava a piovere. Nella chiesa vi si conservano una grande tela raffigurante La Maddalena Penitente attribuita alla scuola di Guido Reni, un’altra tela settecentesca raffigurante L’Annunciazione della Vergine e artistiche statue lignee, come quella della Madonna annunziata e quella di S. Giacomo Apostolo.
La CHIESA DI SAN SEBASTIANO, originariamente dedicata alla Madonna dell’Itria , sorge in quello che doveva essere al centro di Cammarata. Difatti la chiesa fu realizzata sino alla fine del periodo feudale, per le assemblee del consiglio civico, che al tocco della sua campana si riuniva in essa per la deliberazione. Ad unica navata conserva le pregevoli statue di S. Sebastiano e S. Rocco, diverse tele di notevole interesse, fra esse un quadro di S.Orsola del 1598. Molto bella la cappella delle Anime del Purgatorio, arricchita da stucchi quadri e affreschi.
LA RISERVA NATURALE DI MONTE CAMMARATA
Comprende parte dei territori di Cammarata, San Giovanni Gemini e S.Stefano Quisquina, per una estensione di circa 2000 ettari tutti appartenenti al Demanio Forestale. Il suo territorio fa parte dei Monti Sicani nei quali ricadono i principali rilievi Montani (Monte Cammarata m.1578, Monte Gemini m.1397, Pizzo della Rondine m.1246, Cozzo Panepinto m.1045, Serra Quisquina m.1159). La Riserva è costituita in gran parte da boschi sia naturali che impiantati dalla Forestale sin dagli anni 50. Conifere, e latifoglie rivestono armonicamente i rilievi tanto da essere paragonato ad un paesaggio alpestre, specie in inverno quando si ricopre di neve. In questo contesto l’Azienda Demaniale delle Foreste, ha realizzato in alcuni punti aree di ristoro con tavoli ,barbecue, fontanelle d’acqua, nei quali specie in estate tantissime persone vi si recano per passare una giornata di relax a contatto con la natura. Esistono anche diversi sentieri per chi vuole effettuare escursioni, attraverso i quali si potranno ammirare suggestivi panorami, e le centinaia di specie erbacee endemiche che crescono spontaneamente. I più fortunati potranno anche incontrare specie faunistiche protette.
Merita una visita l’Eremo della Quisquina con la grotta di Santa Rosalia e l’annesso Convento.